terça-feira, 5 de março de 2013

BIRMANIA/KAREN - DONNE TRA STUPRI E LAVORI FORZATI...



Nel novembre 2010 oltre 200 profughi Karen sono fuggiti dal loro villaggio Pa Lu in Birmania verso la Thailandia. Foto: Prachatai, flickr.

"I soldati hanno picchiato e stuprato più volte mia figlia 15enne", dichiara una donna sindaco di un villaggio dei Karen in Birmania.
 
 "Per mia figlia la vita è diventata un inferno. Dopo gli stupri è stata a un passo dal suicidio e ha perso la ragione".

Quanto successo a questa ragazza purtroppo non è un caso isolato. Nei territori delle minoranze etniche della Birmania, in cui da decenni si fronteggiano movimenti di liberazione e soldati dell'esercito, le donne sono spesso vittime dei crimini dei soldati birmani.
 
 Da 60 anni i Karen, come anche altre minoranze del paese, chiedono maggiore autonomia e il rispetto dei loro diritti civili e culturali. Di fronte al definitivo rifiuto delle autorità a discutere le loro richieste i Karen hanno impugnato le armi.

L'esercito e le milizie alleate si vendicano con violenza mirata sulla popolazione civile, soprattutto sulle donne.
 
 "I soldati mi hanno trascinata nella foresta e mi hanno costretta a restare con loro per tre giorni e tre notti", racconta un'altra donna Karen. "Mi hanno violentata e picchiata in faccia accusandomi di nascondere dei ribelli. Mi hanno pestata con i loro pesanti stivali."

La leader di un altro villaggio Karen racconta dei lavori forzati per costruire una nuova strada per l'esercito e delle ripetute e regolari aggressioni sessuali dei soldati durante i lavori.
 
 "Prima i soldati sono arrivati al mio villaggio e hanno portato via uomini e donne costringendoli a lavorare nella costruzione della strada.
 
 Molte donne sono state costrette a portare carichi pesantissimi e a procurare cibo e altre cose per i soldati.
 
 Poi hanno trascinato anche me nella foresta dove sono stata trattenuta come ostaggio.
 Di notte dovevo dormire tra i loro comandanti che si davano il cambio nel violentarmi."

Ulrich Delius

Postato per JUSSARA SARTORI
Scrittora, Poetessa & Freelancer

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