sexta-feira, 15 de novembro de 2013

DONNE IN DIFFICOLTÀ NEL MONDO

 Dipinto donato all'Associazione Smileagain di Udine nel 2012)
TITOLO :  EVOLUZIONE  DI  UNA  LACRIMA
Olio Su Tela/Cm 60 X 80/Anno 2005

 
HERAT - AFGHANISTAN (2013)

In questi giorni ho letto un articolo su un quotidiano dove le donne afgane lanciavano un appello alle forze italiane di stanza in quel paese, sopratutto nella zona di Herat, dove erano di pattuglia gli italiani, affinché non se ne andassero. Il loro appello si fondava sulle attività che erano riuscite a organizzare, scuole, diritti, assistenza sociale e medica, con la presenza dei militari italiani, che ora sono a fine mandato.


 Supplicavano che non partissero, perché sanno bene cosa accadrà a loro quando arriveranno i talebani, in quanto, riferivano, i militari e le forze di polizia afgane seppur addestrate non saranno in grado di fermare i fondamentalisti.


La libertà che esse hanno trovato in questo periodo di presenza degli occidentali, ha fatto loro comprendere il grande valore che ha, rivivendo un tempo cancellato dai fondamentalisti. Tutto questo, bambine e donne in genere, saranno sottoposte agli orrori di quei fondamentalisti e delle loro assurde regole. Chi volesse leggere in dettaglio l' articolo scritto da Adriano Sofri, può andare nel sito di repubblica.it e potrà trovare dettagli interessanti.



Nel racconto delle donne intervistate ho ritrovato riferimenti che parlano ancora di donne che si danno fuoco per rifiuto alla loro condizione come donne, cioè di nessuna considerazione, praticamente sono niente.


 Nel 2005 ho eseguito un dipinto, dal titolo: "Evoluzione di una lacrima", e lo dedicai alle giovani donne di Herat, avendo letto in quei giorni, un articolo che parlava proprio di giovani donne di Herat, che si davano fuoco per attirare l' attenzione sulla loro condizione di vita.
Ora ho ritrovato questi fatti ancora oggi, nel racconto di queste coraggiose donne intervistate.
Questo per dire cosa ?


Siamo a novembre e in questo mese si organizzano molti eventi artistici, culturali, sociali e convegni, sul tema contro la violenza alla donna.



Trovo irritante sentire uomini che cercano di mescolare le carte, intorbidire i discorsi, in questo periodo in particolare usando un mostruoso qualunquismo per attirare l'attenzione su se stessi, perché si sentono messi da parte, cercando di ridurre o annullare l' importanza che si cerca di dare ad una strage che continua esserci, una strage di genere.



Un comportamento ambiguo e meschino, perché non si vuole riconoscere per arroganza  maschilista, una realtà che da secoli si perpetua per il fatto di ritenersi, gli uomini, superiori e detentori di un diritto di possesso sulla donna. Una vera follia. Un diritto che non esiste, perché nessuno può possedere una persona, nessuno.



Noi uomini, dovremmo cominciare a guardare oltre il nostro naso, oltre la nostra secolare miopia mentale e guardare la realtà, il mondo al di fuori del nostro, io. Oltre il mondo maschile, così ristretto e culturalmente impoverito.


 Iniziare a considerare il fatto che la donna è persona tanto quanto l' uomo, con gli stessi Diritti Umani. Pertanto dobbiamo partire dal rispetto in quanto valore primario e poi smetterla di dire " l' amavo tanto" e poi maltrattarla, seviziarla, ucciderla. Si ama senza pretendere, senza possedere.



 Amare è donare, donarsi e rispettare la donna nella sua unicità, rispettando anche il suo pensare, e non è certo con la violenza che si dimostra l' amore.
Non serve a nulla mescolare le carte, ma serve e molto iniziare dal rispetto reciproco e non a senso unico.



Credo che glielo dobbiamo, dopo secoli e secoli di dominio maschile. O no ?
In tutto questo tempo di dominio, abbiamo perso moltissimo di ciò che è lei, e se vogliamo veramente una società civile, allora dobbiamo iniziare a considerare di essere al suo fianco e non lei, sempre dietro.


 Leggendo l' articolo, oggi, ho percepito una sconfitta in me, perché mi ero illuso che non accadesse più, che non si dessero più fuoco e che il mio dipinto fosse una immagine "storica" di qualche anno fa.



Triste è anche sentire certi pensieri e constatare quanto facile è essere meschini e quanto facile è far finta di non comprendere, di non capire quanto sia grave questo eccidio di donne e cercare ancora, di mettersi a fare le vittime, quando invece le vittime sono proprio loro, solo per essere donne.


 Come quando davanti ad un dipinto o fotografia che "parla" della violenza, abbiamo il coraggio di criticare l' immagine, perché è forte, perché è violenta, perché narra la violenza, perché fa star male, e magari ci giriamo dall' altra parte, perché non siamo capaci di metabolizzare la verità, la sofferenza, mentre il nostro qualunquismo non ci permette di pensare alla vera sofferenza che la persona, donna, in realtà ha dovuto subire o subisce ancora.


 Mentre  un artista cerca di interpretare, di trasmettere, di comunicare, una realtà difficile, un fatto tremendo, una realtà tremenda, magari scomoda per i benpensanti, ma vera, e far sì, che si inizi a percorrere un cambiamento culturale anche osservando un' opera d' arte, dove la donna è vista per ciò che è: persona!!!



Testo di: ROBERTO ROSSI
Scrittore, Poeta & Pittore



Um comentário:

  1. Roberto, è sempre perfetto in tutto quello che fai con tanto amore. La sua struttura è emozionante e il tuo articolo è stato toccante. Un bacio dal cuore. Congratulazioni! Jussara

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