segunda-feira, 25 de fevereiro de 2013

VITTIME TRAUMATIZZANTE E CORAGGIOSE ATTIVISTE PER I DIRITTI UMANI


Care lettrici, cari lettori,

Questo numero di pogrom-bedrohte völker è dedicato al ruolo e alla situazione, spesso drammatica, delle donne nei vari continenti. La lunga marcia delle donne verso un mondo più giusto e rispettoso della diversità continua inesorabile, ma il cammino da fare è ancora lungo.

 E' vero che, non solo in Europa, le donne ai massimi vertici del potere sono sempre di più: è il caso di Jóhanna Sigurðardóttir, Primo Ministro dell'Islanda, primo capo del governo islandese donna e al tempo stesso primo capo del governo al mondo dichiaratamente omosessuale; Mary Patricia McAleese Presidente d'Irlanda; Tarja Halonen e Mari Kiviniemi rispettivamente Presidente e Primo Ministro della Finlandia; Angela Merkel Cancelliere della Germania; Iveta Radicová Primo Ministro della Slovacchia; Michaëlle Jean Governatore generale del Canada.

 A questi esempi si aggiungono in America Latina Laura Chinchilla Miranda Presidente della Costa Rica, Dilma Rousseff Presidente del Brasile e Cristina Fernández de Kirchner Presidente dell'Argentina.

A questa ascesa di figure femminili al potere in Stati anche importanti nello scacchiere internazionale fa da contraltare la drammatica situazione delle violazioni dei diritti umani in tanti altri stati del mondo e la relativa sofferenza soprattutto delle donne in conflitti appena passati o ancora in atto come nei Balcani, in Birmania, in India, in Afghanistan, in Cina, nel mondo arabo, in Cecenia, in Africa, nella stessa America Latina. Donne vittime ma anche donne che si ribellano al proprio destino e diventano attiviste per il cambiamento e la fine delle violazioni per tutto il proprio popol

 In questo caso la lista delle attiviste si fa molto più lunga: le donne coinvolte da una parte rappresentano il dramma di un popolo che soffre, dall'altra sono il volto nuovo di una nuova coscienza che prende piede a favore dei diritti universali non solo delle donne ma di tutti gli esseri umani.

Ricordiamo quindi le grandi battaglie (insieme ai grandi drammi) vissuti e affrontati da donne come Leyla Zana (Kurdistan), Nawal El Saadawi, Fatema Mernissi, Khalida Messaoudi (mondo arabo), Aung San Suu Kyi (Birmania), Wangari Maathai (Kenya), Vandana Shiva (India), Malalai Joya, Sima Samar (Afghanistan), Rebiya Kadeer (Uiguri in Cina), Natividad Llanquileo (Mapuche in Cile), Haminatou Haidar (Sahrawi in Marocco), Anna Politkovskaja (Cecenia), Rigoberta Menchù e le donne indigene maya (Guatemala), Donne in nero (Balcani), Madri di Plaza de Mayo (Argentina), Xinna, moglie dell'attivista mongolo Hada, Shirin Ebadi (Iran).

Sono questi solo alcuni esempi di donne che hanno rifiutato il loro destino scritto fino ad oggi dagli uomini al potere nei propri paesi e hanno alzato finalmente la voce per provare a vivere in un mondo dove ci possa essere più giustizia e maggior rispetto per i diritti delle donne.

L'occidente ha l'obbligo morale di sostenere le battaglie di queste donne-coraggio e non abbandonarle al proprio destino come è successo nel caso di Anna Politkovskaja, uccisa a Mosca per le sue scomode battaglie sulla guerra sporca in Cecenia.

 Probabilmente la soluzione delle crisi in cui loro malgrado queste donne sono coinvolte potrà passare solamente attraverso il loro diretto coinvolgimento.

Ma la battaglia a favore del riconoscimento di pari diritti tra uomo e donna non riguarda solo le aree di crisi nel mondo ma anche il "civilissimo" occidente dove la violenza domestica di cui le donne sono vittime è drammaticamente attuale.

 E' per questo che ci auguriamo allo tempo stesso la soluzione dei tanti conflitti in cui versa l'umanità e un deciso miglioramento della condizione femminile nel mondo, compresa la nostra cosiddetta civile Europa: due obiettivi che vanno sostenuti con tutte le forze disponibili.

 Possiamo quindi dire che la battaglia per i diritti delle donne accomuna senza distinzione tutti, perché un mondo con più diritti è un mondo migliore per tutti.


Di: Mauro di Vieste
Postato : JUSSARA SARTORI
Scrittora, poetess e Freelancer

Um comentário:

  1. Ringrazio l'analisi fatta dal dott. Mauro di Vieste, sulla situazione della donna nel mondo.L'analisi dimostra ancora una volta la situazione tragica che la donna continua subire nel mondo. Io credo e parlo per il mio paese, l'Italia, che si dovrebbe seriamente affrontare tale situazione, cosa che attualmente non accade, ed istituire a livello d'istruzione in tutto il percorso scolastico dalle prime classi fino all'Università, quelle materie di studio dove si affrontano i Diritti Umani nel loro complesso. Solo così si riuscirà a "costruire" nuove generazioni di persone coscienti di essere tali e quindi avere rispetto della donna in quanto persona alla pari dell'uomo. Poi ci sono le religioni che hanno le loro grandi colpe. E' un altro aspetto da affrontare, perché in esse la donna non è certamente considerata né rispettata. Roberto

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