sábado, 6 de setembro de 2014

UN PIANETA VIVO - UN PIANETA MORTO

L'umano contemporaneo o "moderno" (?) a volte (spesso) sembra d'essere un alieno proprio sul suo pianeta. Come tutti ben sappiamo l'umano (cioè tutti noi), vive all'interno di un ambiente naturale vivo, infatti il pianeta Terra, è un pianeta vivo con le sue positività e negatività. Sembra una banalità, ma non è così. L'umano negli ultimi decenni o ultimo secolo ha sviluppato una tecnologia molto aggressiva e si è convinto d'essere il padrone, al di sopra di tutto ciò che lo circonda al punto che la vita pulsante del pianeta spesso è considerata un fastidio mal tollerato, un problema, un ostacolo, per il modo di vivere che ha scelto di adottare.

Le condizioni ambientali, gli eventi meteo, il manifestarsi del pulsare stesso del pianeta, condizionano la presunta arrogante pretesa libertà che l'umano stesso vuole avere, per nascondere nella sua arroganza, l'evidente suo limite come essere vivente. Questo suo limite, lo fa andare fuori di senno. Tanto per rimanere ad un solo elemento, parliamo della pioggia, o meglio dell'esistenza dell'acqua, che nell'odierna urbanistica non è più considerata, per poi, ovviamente, trovarsi alluvionato, allagato, disastrato, con morti e immensi danni.
 
 L'acqua, è letteralmente ignorata come elemento esistente. L'acqua, per l'umano "distratto" quello ovviamente "moderno" o super tecnologico, ha completamente "dimenticato" che l'acqua da sempre è "abituata" farsi strada comunque e ovunque, e non conosce impedimenti al suo fluire. L'umano nella sua arroganza ha tradito un patto naturale con essa ed essa se ne infischia. Pena, poi disastri, morti e fantomatiche "calamità naturali" con relativi risarcimenti, quando invece si sarebbe potuto fare e molto, prima come prevenzione. Già, prevenzione.
 
 Temo sia un vocabolo piuttosto difficile da capire o addirittura essere sconosciuto, forse anche questo un termine alieno, perché sarebbe collegato alla lungimiranza; terribile altro vocabolo che comporta il dover pensare al futuro e non come si fa oggi, all'immediato, cancellando di fatto il pensare al domani, inteso come futuro.

L'unica calamità naturale è: l'umano stesso!
Ora siccome l'umano, cosiddetto, ha difficoltà accettare questo pianeta vivo, mi chiedo: "Ma allora meglio un pianeta morto ? Potrebbe essere finalmente la soluzione. Un pianeta senza atmosfera non ci sarebbero venti atmosferici e i conseguenti "disastri" causati dalla pioggia che non esisterebbe; senza atmosfera non ci sarebbe la vegetazione che continua crescere ed essere costretti a tagliare alberi, foreste, avere a terra lo "sporco" così è considerato il fogliame caduto, ecc. ecc. 
 
Del resto basti guardare certi pseudo-giardini a come sono ridotti gli alberi, oppure tagli indiscriminati di alberi in zone dove sono indispensabili per il terreno oppure come sempre più spesso accade, fantomatiche dichiarazioni di malattie a filari di alberi (che strano però!!) per tagliarli tutti e sostituirli con altri. Magari poi scoprire che non erano affatto malati e sotto c'era qualche altra idea!! L'albero, il più delle volte è considerato solo un oggetto di estetica, allora, potrebbe andare bene un pianeta come Marte o meglio ancora, il nostro desertico satellite o qualche misero pianeta all'estremità del sistema solare ricoperto completamente di ghiaccio.
 
 Che pacchia sarebbe!!! O no?
L'umano non avrebbe più tutti i problemi che qui, la Natura gli "causa". Qui è assediato dalle regole, quando esistenti, stabilite per rispettare l'ambiente e costantemente disattese e violate per una follia da predatore. 
 
Costruzioni in ogni dove, senza tenere in alcun conto la morfologia del terreno e la geologia del sottosuolo o di zone vulcaniche (vedi Vesuvio); abusivismo ovunque per ingrassare la corruzione; disattesi controlli e studi geologici; continue costruzioni di una viabilità oscena, (di strade, superstrade), fatta passare per necessaria e indispensabile sfigurando il territorio, annichilendo l'agricoltura fatta passare per inutile, un abusivismo spaventoso che ingrassa la corruzione tra bustarelle, ignoranza, arroganza e stupidità, che non tiene in alcun conto il pianeta, considerato ormai solo una merce da depredare, come se ne avessimo una fila su cui andare ad abitare. E poi ? Le lacrime ? I danni ? Le alluvioni ? Le frane ? Le malattie ? I morti ?
 

A fronte di questi fatti l'umano non è forse un alieno nel suo stesso pianeta, dove è nato, è cresciuto, si è nutrito ?
Il pianeta vivo sta in chi ama la Natura e sa di farne parte.
Il pianeta morto è in chi considera il pianeta Terra, solo una merce da depredare, insozzare, avvelenare.


Testo di:ROBERTO ROSSI
Scrittore, Pittoere e Poeta

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