sexta-feira, 20 de junho de 2014

UN BATTITO D'ALI E TUTTO CAMBIA



Seduto ad un tavolo all'esterno di un bar in città. Tre tavoli "avvolti" nei tre dei quattro lati, da piante a siepe sempre verdi, su vasche di cemento a mo' di barriera per difendere le consumazioni in "tranquillità", separati dal traffico. All'altro lato della strada un filare di giovani alberi con frondose chiome.
 

La barista mi porta un caffè e una brioches, che le avevo ordinato e dopo il primo sorso di caffè ed aver aperto il giornale sulle prime pagine, mi appresto al primo "morso" alla brioches, arriva in velocità un passero che probabilmente più che abituato, atterra sul tavolo vicino al caffè. Con fare frenetico, tipico dei passeri, si guarda attorno, sbatte le ali, e mi guarda!!
Sembra in attesa. E' in attesa!!
 

Stupito, ma molto contento di tale ravvicinata visita, con fare lento per non impaurirlo getto a terra un po' di briciole. Immediatamente con volo rapido s'avventa a terra e in un attimo  il becco era pieno e veloce viaaaa!! 
 

Passano pochi istanti ed in sequenza "atterra" ancora un paio di volte sul tavolo con replica della scena. Poi, dopo pochi attimi "atterra" sul tavolo a fianco alla mia sinistra...e mi guarda. Così metto sul palmo della mano alcune briciole per vedere se ha il coraggio di venirle a prendere e allungo il braccio per porgergliele.
 

Un balzo e arriva sulla mano (stupenda la sensazione del suo peso corporeo) e si prende tutte le briciole e via!! Così continuò fino alla fine della brioches. Non che ne abbia mangiata più lui di me, ma comunque una certa quantità, sì!! 
 

Nel terzo tavolo alla mia sinistra si era seduta una coppia di giovani che rimasero stupiti tanto che la ragazza al primo arrivo repentino del passero, espresse la sua sorpresa con breve risata di stupore, nel vedere la scena. 
 

Un andirivieni veloce ed uno stato d'animo, il mio, che in quella semplicità ho ravvisato una forma di paritário. Potrebbe essere? Forse è ridicolo pensarlo ? 
 

Una sequenza, uno scambio, tra me e il passero, tra l'umano e l'animale. Una condivisione, un semplice gesto, uno scambio alla pari. Uno scambio senza altre finalità.
 

La consapevolezza che con poco ci si può avvicinare, relazionare, condividere. A volte il nostro fare è complicato da una visione egocentrica, arrogante, ambigua, di interesse, egoista, sempre in cerca di un tornaconto personale, per nulla disposti alla semplicità, alla condivisione, troppo spesso considerate "debolezze". 
 

Prima di terminare tutta la consumazione, decisi di lasciare a terra sbriciolata ciò che rimaneva della brioches, poi mi alzai ed andai a pagare il conto. Uscendo guardai verso il tavolino dov'ero prima e vidi il passero che "banchettava", per me "felice",liberamente quelle ultime briciole. 
 

Pochi minuti di scambio umano-animale, un momento vissuto come nicchia nel trambusto della città, dove altro tipo di frenesia, ci oscura la mente. Una "virgola" come le chiamo io, che mi ha addolcito un sentire quotidiano molto pesante di violenza, di egoismo, di odio, di avidità, di offese, di un fare che ci allontana dalla ragione. Chissà a quante persone sarà accaduto questa mia esperienza di condivisione, con animale e non parlo di quelli domestici o di compagnia così considerati.
Magari più difficile tra umani. Ecco, qui sta il problema: è più facile tra umano e animale, o tra umano e umano? 
 

Temo che la seconda opzione sia la più difficile, perché noi umani siamo più tolleranti con gli animali, sopratutto quelli da compagnia, a volte vissuti come componenti famigliari, ma molto meno con i nostri simili. Se fossimo capaci di comprendere che nel piccolo o nel poco, si può avere molto; se fossimo capaci di vedere o amare le persone con rispetto, e il rispetto fosse il metro di comparazione per evitare di guardare dall'alto chi riteniamo inferiore, differente, e poi differente in cosa ? Inferiore perché ? 
 

Un batuffolo di penne e piume, due vispi occhietti, frenetiche piccole ali, un piccolo becco pieno di briciole "salva vita", repentini e continui "atterraggi" e la fiducia di cibarsi sul palmo della mia mano. Un momento particolare, una condivisione d'intenti reale. Nulla più. Semplice. Non secondi fini, non tranelli. 
 

Sì, a volte, le "virgole", di tempo ricche di semplicità, per fortuna ci sono. Forse poche; forse ci sfuggono. 
 

Basterebbe poco. Basterebbe togliersi la maschera, l'armatura che noi tutti troppo spesso indossiamo e iniziare a guardare il mondo con meno egoismo. Un capostipite, l'egoismo, di una serie di non valori che stanno dilagando.
Basterebbe poco.



Testo di: ROBERTO ROSSI
Scrttore, Poeta & Pittore

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